BLOG DI SALVATORE CAPO

domenica 19 agosto 2012

Necronomicon - Il libro dei morti


Il Necronomicon, l'antico libro di magia nera contenente formule e rituali per evocare demoni, scritto con sangue umano e rilegato con pelle umana, come si racconta, è realmente esistito o si tratta di una finzione?
A questa domanda che molti si pongono, darò una risposta secca e immediata: non è mai esistito!
Si tratta di un'invenzione letteraria di un grande scrittore di horror, Howard Philips Lovecraft. Secondo lo scrittore, l'opera dal titolo originale in arabo Al Azif ("Azif" è l'allocuzione letteraria usata dagli arabi per indicare gli strani suoni notturni dovuti agli insetti, che si supponevano essere l'ululato dei demoni), fu redatto da un arabo pazzo, Abdul Alhazred, un poeta di Sanaa, capitale dello Yemen, vissuto nell'VIII secolo d.C. Fece molti misteriosi pellegrinaggi fra le rovine di Babilonia e le catacombe segrete di Memphis e trascorse dieci anni in completa solitudine nel grande deserto dell'Arabia Meridionale, il  Raba El Khaliyeh (o "Spazio vuoto" degli arabi antichi), e Dahna (o "Deserto cremisi" dei moderni), ritenuto dimora di spiriti maligni. Trascorse gli ultimi anni della propria vita a Damasco, dove scrisse Al Azif intorno al 730 e dove morì in circostanze misteriose (si dice fatto a pezzi da un demone invisibile davanti a numerosi testimoni) nel 738.
Egli, nella sua pazzia, affermava di aver visitato Irem, la città delle Mille Colonne, e di aver trovato, tra le rovine di un antico villaggio desertico, le cronache di una civiltà e di una razza più antiche dell'umanità.
La parola Necronomicon potrebbe significare "La descrizione delle Leggi dei Morti" (dal greco nekros, "cadavere"; nomos, "legge"; eikos, "immagine, descrizione"), oppure "Il libro dei Nomi dei Morti", se il secondo segmento del titolo deriva da onoma (nome, titolo di libro).
Il Necronomicon è un espediente letterario di Lovecraft per dare verosimiglianza ai suoi racconti (infatti è citato in molti dei suoi racconti). Quando anche altri scrittori cominciarono a citare il Necronomicon nei loro racconti e anche i suoi fan cominciarono a credere alla sua reale esistenza, lo stesso Lovecraft si sentì costretto a confessare che si trattava soltanto di una sua invenzione.
Esiste una cronologia storica (fittizia) del Necronomicon:
 
- 730, Abdul Alhazred scrive il libro in arabo a Damasco intitolato Al Azif;
- 950, Teodoro Fileta, a Costantinopoli, traduce il libro in greco col titolo di Necronomicon;
- 1050, il vescovo Michele, patriarca di Costantinopoli, ordina la distruzione di tutte le copie tradotte in greco;
- 1070, Teofilatto traduce di nuovo in greco Al Azif;
- 1228, traduzione in latino del testo in greco dal danese Olaus Wormius;
- 1232, Papa Gregorio IX ordina la distruzione di tutte le copie in latino e greco;
- XV secolo, edizione tedesca in caratteri gotici della traduzione latina;
- 1472, a Lione (Francia) viene pubblicata la prima edizione della traduzione latina di Olaus Wormius;
- 1550, edizione italiana del testo in greco;
- 1580 o 1586, traduzione in inglese del testo in latino, frammentaria e mai stampata, da John Dee e Edward Kelly;
- 1598, traduzione in inglese del testo in latino ad opera del Barone Federico I del Sussex, che la intitola "Cultus Maleficarum", forse meglio conosciuta come "Manoscritto del Sussex";
- 1622, edizione spagnola della traduzione latina.
 
Inoltre, se si esaminassero tutte le opere letterarie di Lovecraft e di altri scrittori che parlano del Necronomicon, si potrebbe stilare un lungo elenco delle copie conosciute che si troverebbero in diverse parti del mondo (ovviamente tutto frutto dell'immaginazione degli scrittori).
Questo è un elenco che ho trovato su Vikipedia, in base alle tracce fornite nei loro racconti dai seguenti scrittori: Bergier, Derleth, Di Tillio, Edwards, Elliott, Hamblin, Herber, Kuttner, Lovecraft, Lumley, Schorer, Willis, Wilson.
  • Una copia, unica al mondo, dell'edizione originale araba, si dovrebbe trovare nella biblioteca della grande lamaseria della Città Senza Nome, in Mongolia.
  • Bibliotèque nationale di Parigi, Francia. Edizione spagnola (Madrid, 1630 circa) della traduzione latina di Olaus Wormius.
  • Museo Egizio del Cairo, Egitto. Edizione italiana (Roma, 1550 circa) della versione greca di Teodoro Fileta.
  • Chiesa della Saggezza Stellare di Providence, Rhode Island, USA. Edizione del XVII secolo (incerto se si tratti della edizione tedesca o spagnola) della traduzione latina di Olaus Wormius.
  • Field Museum, Chicago, Illinois, USA. Copia in lingua ed edizione ignote.
  • Widener Library, Harvard University, Cambridge, Massachussetts, USA. Edizione spagnola (Madrid, 1630 circa) della traduzione latina di Olaus Wormius.
  • Kester Library, Salem, Massachussetts, USA. Edizione tedesca in caratteri gotici (Norimberga, fine XV secolo) della traduzione latina di Olaus Wormius.
  • Magyar Tudomanyos Akademia Orientalisztikai Kozlemenyei, Budapest, Ungheria. Copia manoscritta dell'originale arabo Al-Azif (dispersa)
  • Miskatonic University, Arkham, Massachussetts, USA. Edizione spagnola completa (Madrid, 1630 circa) della traduzione latina di Olaus Wormius.
  • Miskatonic University, Arkham, Massachussetts, USA. Manoscritto parziale in inglese intitolato Al-Azif, appartenuto fino al 1924 ad Ambrose Dewart.
  • Miskatonic University, Arkham, Massachussetts, USA. Copia frammentaria della traduzione di John Dee appartenuta alla famiglia Whateley fino al 1928.
  • British Museum, Londra, Regno Unito. Edizione tedesca in caratteri gotici (Norimberga, fine XV secolo) della traduzione latina di Olaus Wormius, con traduzione in inglese ad opera di Henrietta Montague.
  • San Marcos University, Lima, Perù. Edizione italiana (Roma, 1550 circa) della traduzione in greco di Teodoro Fileta.
  • Università di Buenos Aires, Argentina. Edizione spagnola (Madrid, 1630 circa) della traduzione in latino di Olaus Wormius.
  • Biblioteca Vaticana, Città del Vaticano, Italia. Edizione tedesca in caratteri gotici (Norimberga, fine XV secolo) della traduzione latina di Olaus Wormius.
  • Biblioteca Vaticana, Città del Vaticano, Italia. Manoscritto greco attribuito a Michele Psello ma in realtà traduzione di Teofilatto di Al Azif.
  • Zebulon Pharr Collection, Costa Occidentale degli USA. Copia non identificata della traduzione in latino.
  • Biblioteca Centrale dell'Università della California, Los Angeles, USA. Edizione spagnola (Toledo, 1647) della traduzione latina di Olaus Wormius.
  • Biblioteca Pio XII, Università di Saint Louis, Louisiana, USA. Microfilm della edizione tedesca in caratteri gotici (Norimberga, fine XV secolo) della traduzione latina di Olaus Wormius, conservata presso la Biblioteca Vaticana.
Faccio le mie conclusioni dicendo che il terribile Necronomicon non è altro che uno "scherzo letterario", ben riuscito, di un genio della letteratura horror, Lovecraft.
Alcuni studiosi del Necronomicon, però, sostengono che Lovecraft mentiva sulla sua inesistenza, in quanto potrebbe essersi ispirato a una fonte attendibile di cui avrebbe sempre negato l'esistenza, probabilmente per coprire il padre, che era affiliato alla massoneria egiziana fondata da Cagliostro, quindi dotto sulle antiche conoscenze esoteriche.

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