Il manoscritto di Voynich è un piccolo volume scritto in pergamena di capretto, di 16 cm di larghezza, 22 cm di lunghezza e 4 cm di spessore, con 102 fogli per un totale di 204 pagine scritte ed illustrate a mano. Si pensa che originariamente comprendesse 116 fogli e quindi 14 si siano smarriti. E' uno dei libri più misteriosi e affascinanti, in quanto è privo di titolo, non se ne conosce l'autore ed è scritto in una lingua sconosciuta, con numerose ripetizioni di sillabe, o in un codice crittografico che a tutt'oggi nessuno è riuscito a decifrare. Nelle sue strane illustrazioni sono rappresentati curiosi simboli, animali e piante sconosciute, stelle, sfere celesti e donne nude.
Il libro è conosciuto come “Manoscritto Voynich” dal nome del mercante di libri rari, Wilfrid Voynich, di origini polacche, che lo acquistò nel 1912 nella biblioteca dei Gesuiti di Villa Mondragone a Frascati. I gesuiti avevano bisogno di fondi per restaurare la villa e vendettero a Voynich trenta volumi della biblioteca, tra cui il misterioso manoscritto. Voynich rinvenne all'interno del libro una lettera di Johannes Marcus Marci (1595 - 1667), rettore dell'Università di Praga e medico reale di Rodolfo II di Boemia, con la quale inviava questo libro a Roma ad Athanasius Kircher, famoso scienziato gesuita, noto come specialista di crittografia e geroglifica egizia, perché lo decifrasse. Kircher lo studiò a lungo, ma non riuscì a decifrarlo. Nella lettera, recante l'intestazione "Praga, 19 agosto 1665 (o 1666)", Marci affermava di aver ereditato il manoscritto da un amico (gli studiosi sostengono essere l'alchimista Georg Baresch) e che Rodolfo II lo acquistò per 600 ducati (una cifra molto elevata), credendola opera dell'alchimista inglese Roger Bacon. Successivamente, sempre nel ‘600, fu studiato dallo scienziato ceco Johannes di Tepenecz, ma anch'egli non riuscì a decifrarlo. A questi primi tentativi di decifrazione seguì una lunga pausa di studi sul Manoscritto, dovuta al fatto che esso era ormai entrato in possesso della biblioteca dei Gesuiti, appunto, e diventato quindi di fatto inaccessibile.
Voynich lo vendette successivamente al libraio americano Hans P. Kraus, che tentò invano di venderlo ad alto prezzo, e lo donò poi alla Beinecke Rare Book and Manuscript Library dell'Università di Yale, negli Stati Uniti, cui attualmente appartiene.
Voynich lo vendette successivamente al libraio americano Hans P. Kraus, che tentò invano di venderlo ad alto prezzo, e lo donò poi alla Beinecke Rare Book and Manuscript Library dell'Università di Yale, negli Stati Uniti, cui attualmente appartiene.
Negli ultimi '90 anni, dopo il suo ritrovamento, anche grazie alle numerose riproduzioni fotografiche che iniziavano a circolare, il testo è stato nuovamente sottoposto a lunghi ed approfonditi studi da scienziati e criptoanalisti di tutto il mondo. Tutti questi studiosi non sono riusciti finora a darne un’interpretazione plausibile e neppure a dimostrare in modo incontrovertibile se il Codice sia scritto in una lingua sconosciuta, in un sistema crittografico o si tratti di un falso d’epoca.
Per quanto riguarda la datazione, nel febbraio 2011 si è rilevato, mediante la tecnica del Carbonio-14, che il manoscritto potrebbe risalire tra il 1404 e il 1438. La datazione al radiocarbonio è stata possibile asportando quattro piccoli campioni di 1 x 6 mm dai margini di differenti pagine. L'impossiibilità, però, di analizzare l'inchiostro col quale il manoscritto è stato redatto lascia ancora dei dubbi.
Gli studiosi hanno suddiviso il manoscritto in sei sezioni, prendendo come punto di riferimento le illustrazioni:
• Sezione I: Botanica, fogli 1-66, contiene 113 disegni di piante sconosciute.
• Sezione II: Astronomica o Astrologica, fogli 67-73, contiene 25 diagrammi che sembrano richiamare delle stelle; inoltre si riconoscono anche alcuni segni zodiacali e forse alcune costellazioni.
• Sezione III: Biologica, fogli 75-86, contiene numerose figure femminili nude, sovente immerse fino al ginocchio in strane vasche intercomunicanti contenenti un liquido scuro o impegnate in attività del tutto incomprensibili.
• Sezione IV: è un foglio ripiegato sei volte, raffigurante nove medaglioni con immagini di stelle o figure vagamente simili a cellule, raggiere di petali e fasci di tubi.
• Sezione V: Farmacologica, fogli 87-102, per via delle immagini di ampolle e fiale dalla forma analoga a quella dei contenitori presenti nelle antiche farmacie; la sezione contiene anche numerosi disegni di piccole piante e radici, presumibilmente erbe medicinali.
• Sezione VI: comincia dal foglio 103 e prosegue sino alla fine. Non vi è alcuna immagine, eccetto piccole stelle a sinistra delle righe, che potrebbero indurre a credere possa trattarsi di una sorta di indice.
Ecco un esempio di scrittura del Manoscritto:
Ecco un esempio di scrittura del Manoscritto:
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